FESTA SOCIALE 2019

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FESTA SOCIALE 2019 INTERFLUMINA è più Pomì
Ecco la stretta connessione fra INTERFLUMINA , Comunità per minori e Premio letterario.
In Allegato l'INTERVENTO del Dott. ACERBI.
Festa interflumina 14 Dicembre 2019
Ciao ragazzi.
Ho visto e ascoltato questo documentario tre volte, e per la terza volta oggi ho sentito salire un brivido su per la schiena. Storia terribile.
A Saamiya piaceva correre. A tutti i bambini piace correre. Saamiya viveva in Somalia, a Mogadiscio. C’era la guerra, sparavano per le strade. Non aveva paura e appena poteva andava a correre col suo amico Alì, incurante dei rischi. Lei era velocissima, più di tutti. Il padre la incoraggiava nel suo sogno. Poverissimo, le regalò una fascia di spugna bianca da mettere attorno alla fronte, nelle gare.
Dopo aver rivisto questo documentario desidero proporvi tre tipi di riflessioni :
La passione per un obiettivo.
La questione dell’emigrazione.
La solidarietà.
- Quanta energia, forza di volontà, coraggio. Quanta energia c’è nei ragazzi quando nasce una passione. L’interesse per un obiettivo di vita può scaturire da un racconto, da un film, da un’immagine, da un esempio. L’interesse si intreccia con un obiettivo da raggiungere, con un’idea che si ha di sè.
Ecco. Saamiya si accorge di essere veloce, che le piace correre e si ispira ad un atleta che ha trionfato sulla pista, che ha fatto conoscere la Somalia. Ha la corsa nel sangue. Si sono accorti di lei. L’hanno mandata alle Olimpiadi di Pechino. E dunque dedicherà ogni suo giorno, per anni, per perfezionarsi e la sconfitta di Pechino, che per altri sarebbe stata umiliante perché arrivata ultima, la sprona ad insistere, a sognare una grande rivincita alle Olimpiadi di Londra, a ottenere l’aiuto di tante persone. Per questo attraverserà l’Africa, ma quattro giorni prima delle Olimpiadi perderà la vita nel mare Mediterraneo, vicino a Lampedusa.
- L’emigrazione. Tutti amano la propria terra, i propri familiari, gli amici. Ma di fronte alla povertà estrema, quando la guerra rende tutto impossibile e uccide i parenti, senza pietà, per realizzare un sogno, per aiutare i genitori, per sopravvivere, si è disposti a partire, ad andare verso un mondo ignoto, che non si conosce. Si confida nel proprio coraggio, o in quello che si sa fare, o in quello che si è imparato a scuola. Si dice che in Europa non c’è la guerra, che si può mangiare tutti i giorni, che la gente vive nel benessere, possiede tante cose utili.
Ma nel lungo viaggio attraverso l’Africa aspettano e trafficano uomini armati, crudeli, che ricattano, picchiano, torturano, violentano, per impaurire e dominare le persone che si sono affidate a loro, così non oseranno ribellarsi. Uomini più feroci di qualsiasi animale feroce. Alla partenza come sarà il viaggio non lo si sa, si pensa che bastino i tanti soldi che chiedono per far partire. E se i soldi non bastano, quando si incontrano altri uomini alle frontiere, anch’essi spietati, ci si dovrà sottomettere, farsi mandare altri soldi, o sotto il ricatto di ritorsioni sui parenti, promettere che si lavorerà per loro.
Un dramma per migliaia di persone, di famiglie. Se si è iniziato il viaggio non si può più tornare indietro. Per raggiungere l’Europa l’ultimo ostacolo è il mare. Ultimo ostacolo: così credono tutti.
E’ un dolorosissimo dramma, ragazzi.
Bisogna pensarci, bisogna trovare una soluzione. Bisogna parlarne e parlarne, anche con chi non lo accetta. Parlarne per capire. Perché chi può decidere affronti questo grande problema. Questa tragedia per migliaia di uomini, donne, ragazzi. Difficile, molto difficile.
- La solidarietà. Questa giovanissima donna ha convinto tante persone che avrebbe potuto arrivare alle Olimpiadi di Londra, correre ancora, onorare la sua Somalia, dare aiuto ai suoi parenti, facendosi conoscere, forse trovando un lavoro e restituendo così quanto ricevuto. I suoi genitori, i suoi conoscenti hanno creduto in lei, nel suo sogno, nella sua energia e quel poco che avevano lo hanno messo insieme per consentirle il viaggio. Un viaggio pieno di speranza, che la sua comunità le ha permesso di iniziare, aiutandola e sostenendola, perché aveva scoperto il suo valore e il suo coraggio. Un viaggio che l’uccisione del padre la ha drammaticamente convinta che andare in Europa era proprio necessario, per sopravvivere, per dimostrare che si può uscire dalla vita drammatica di Mogadiscio. Per raggiungere la libertà.
L’atletica è bellissima. Ti aiuta a scoprire il tuo limite, nel correre, saltare, lanciare. Nel confrontarti con gli altri. Può piacerti vincere, ma sai che è il tuo primato personale che conta. L’atletica ti spinge e ti insegna a tentare sempre di migliorarti e di superare il tuo limite. Quando lo superi ti viene voglia di provarci ancora. Se perdi in gara, se per un po’ di volte non ci riesci, sai che allenandoti e riprovando ce la puoi fare.
Ecco. Nel tuo futuro, a scuola o quando lavorerai, o se ti confronterai con altre persone, l’ostacolo, la sconfitta, la fatica, la difficoltà, non ti faranno paura. Perché hai già provato ed hai scoperto che dentro possiedi volontà, pazienza, passione per le cose che fai.
Auguri a tutti voi ! L’atletica sarà bellissima anche il prossimo anno. Pronti dunque per un’altra avventura !
Amilcare Acerbi